ELENCO DELLE GRAFICHE
Numero 10 grafiche da “Così parlò Zarathustra” di Federico NIETZSCHE
ELENCO DELLE OPERE (Olio su tela)
L’arcano, l’inconoscibile, l’immenso entrano come folate rabbrividenti, la sete di conoscenza, lo spessore del mistero, la totalità del tutto diventano le scale fulgenti attraverso cui addentrarsi in questo universo dell’intelletto e della ragione, denso di intuizioni, di sguardi, di frasi sussurrate, di aperture fulminanti. Così Luisa Romano prosegue in un cammino iniziato da anni e condotto sempre con estremo rigore sintattico, con una fiducia genuina, con forza a tratti esplosiva.
Ed ecco fare irruzione immagini che sono icone dello spirito, diventano accensioni capaci di rapprendere in un attimo i suggerimenti, si trasformano in remote stille, in schegge su regioni inesplorate: e come tale l’arte si fa medium, crogiuolo, mortaio d’agata entro cui si sublima e si trasforma, si innesta e vibra il gran palpito segreto dell’essere. E dunque l’espressione estetica della Romano accampa e reclama un duplice diritto di lettura: da una parte è la fusione di una ricerca remota, di una tradizione nata nel santuario dell’uomo tramandata con la coscienza immutabile del sé, dall’altra apparire come materia di interpretazione anche e solo lessicale, argomento di armonica e compatta visibilità. In tal senso grafica e pittura si mutano in un unicum imprescindibile dove lo spettatore entra piano, nel timore di disturbare, forse, un equilibrio lontano, costruito nel rispetto di paradigmi a lungo inseguiti e conquistati, dove il tratto, il colore, le relazioni fra le parti assumono cadenze meditate, codificazioni rapinose. Ma è altrettanto vero che l’indice finale sia motivo di omnicomprensiva presenza, perché non facile-anzi impossibile, risulta distinguere l’atto dalla scintilla creativa, l’esito dagli aneliti dalle voci che sgorgano dall’animo dell’autrice, sempre tesa all’analisi del vero.
Notti astrali, blu siderei, occhi di luce improvvisa e squassante, simboli che attendono d’essere intuti e capiti per via di dottrina (un lampo di cognizione eterna e sempre nuova, immutabile e rinverdita dall’esperienza del singolo) sono i canoni, i cardini, i punti ruotanti di questa indagine. E nello stesso piano emergono i sensi figurali, le pagini nelle quali si celebra l’interrogativo più alto, si consuma il destino, si afferma il rinnovamento e la nascita interiore, si evita l’abisso con la comprensione. E’ un poliedro di cristallo, è l’ermafrodito, è la lama dei Tarocchi, sono le colonne binate delle cattedrali gotiche e la sapienza dei filosofi a reclamare l’ascolto: e Luisa Romano nasconde nell’abito formale uno sgranato, vastissimo lussureggiante patrimonio della mente. Una scoperta continua che non s’arresta mai. Laggiù in fondo si intravvede lo scorrere del tempo con i suoi rumori ed i suoi echi : ma le opere, queste opere, tessute con il filo dell’intelligenza, attestano una riconquistata giovinezza e il senso della meta, piena di solare splendore.
Mimmo Coletti